Psicoterapia(e)
“Gli uomini – disse il piccolo principe – si imbucano
nelle rapide, ma non sanno più che cosa cercano.
Allora si agitano e girano intorno a se stessi …”
ANTOINE DE SAINT EXUPERY, – Il Piccolo Principe –
Il lavoro psicoterapeutico è soprattutto un lavoro sulla relazione tra realtà esterna e realtà psichica (mondo interno) della persona che ci chiede un aiuto e la relazione (Terapeuta – paziente) è il principale strumento terapeutico. La funzione primaria di tale relazione è quella del contenimento, ovvero:
- fare in modo che il paziente si senta ascoltato e compreso in ciascuna delle cose che dice;
- permettere che sempre più aspetti e più punti di vista possano essere contemporaneamente contemplati;
- imparare a chiamare le cose della propria vita ed i relativi vissuti col loro “vero” nome (quante volte capita di scambiare l’odio col dolore, la paura col senso di colpa, ecc.?);
- poter arrivare ad una visione quanto più realistica possibile della nostra vita con tutte le sue complessità, senza che questo porti ad avere la sensazione di “non essere in grado di reggere tutto”.
La funzione o “capacità di contenimento” sviluppata in Psicoterapia, è al contempo il più prezioso strumento per affrontare con un’adeguata “struttura” le varie prove a cui la vita ci sottopone.
In sintesi, la Psicoterapia si occupa delle difficoltà psicologiche che compromettono il benessere personale e la qualità della vita della persona. Difficoltà che si esprimono attraverso diversi canali: sintomi psichici, comportamentali, psicosomatici che possono avere differenti gradi di gravità.
E’ un percorso di cura e di consapevolezza (di “consapevolezza che cura”, direi) che ci porta, gradualmente, a comprendere che non possiamo cambiare qualcosa senza cambiare niente: non possiamo cambiare qualcosa nel nostro stato d’animo, nel nostro mondo interno, senza passare per dei cambiamenti nella nostra vita, nella nostra quotidianità e nei nostri comportamenti.